L’arrivo in Italia delle multinazionali del fitness ha cambiato il modo di concepire la palestra: se prima frequentare una palestra significava usufruire di una struttura adibita solo ed esclusivamente all’allenamento, oggi iscriversi in un fitness club di una multinazionale da la possibilità di sfruttare più servizi correlati al benessere ad un prezzo apparentemente vantaggioso ma più elevato rispetto al costo medio degli abbonamenti in palestra.

Queste grandi strutture infatti mettono a disposizione sala pesi, sale fitness, spogliatoi ampi e spaziosi, piscina, sauna, bagno turco, idromassaggio, bar e aree per i bambini.

Quello che in apparenza può sembrare un servizio di qualità superiore alla media offerta dalle comuni palestre nasconde degli enormi svantaggi che solitamente si scoprono solo ad abbonamento in corso.

Dunque il proverbio “non tutto è oro quel che luccica” vale anche per gli abbonamenti in palestra.

Di seguito elenco e descrivo i principali motivi per cui non iscriversi nei grandi fitness club delle multinazionali.

Cinque buoni motivi per non sottoscrivere abbonamenti in palestra con le multinazionali del fitness

Massimizzare i profitti è la vera “mission” di molte multinazionali.

Anche per quanto riguarda il settore fitness si persegue questo obiettivo abbassando i costi di gestione, vendendo i propri prodotti o servizi al maggior numero possibile di persone, applicando prezzi spropositati rispetto alla qualità del servizio offerto e alla media dei costi delle palestre.

Ecco i motivi per non abbonarsi in un centro fitness di una multinazionale:

Motivo n°1: Mancanza di personalizzazione dei programmi di allenamento

Parliamoci chiaramente: qual’è il motivo principale per cui ti iscrivi in palestra?

Credo (e spero) sia perché desideri fare attività fisica, stare in forma e migliorare il tuo aspetto fisico.

Per ottenere questi obiettivi hai bisogno di una guida tecnica che ti prepari una scheda di allenamento personalizzata, ti insegni come fare gli esercizi, ti monitori durante gli allenamenti, ti dia dei consigli alimentari, ti sproni ad allenarti con costanza e, in pratica, ti faccia vivere un’esperienza positiva in palestra.

Tutto questo nel modello di business di una multinazionale del fitness fa parte dei servizi extra (a pagamento).

Tra i servizi compresi infatti non è prevista la preparazione di una scheda di allenamento da parte di un istruttore.

Il motivo è semplice: modelli di business di questo tipo si “tengono in piedi” solo con un numero molto elevato di abbonati.

Mediamente un centro fitness di una multinazionale punta ad avere 5000-6000 abbonati al mese dunque è impensabile fornire schede di allenamento personalizzate per un numero così elevato di persone.

Il ruolo insostituibile dell’istruttore di sala pesi viene preso da un’applicazione per smartphone che fornisce programmi di allenamento standard, definiti in maniera ingannevole “personalizzati” in base a un questionario che solitamente riguarda:

  • frequenza settimanale degli allenamenti;
  • tempo a disposizione;
  • obiettivo.

Peccato che la vera personalizzazione non passi da queste informazioni ma dalla condizione fisica del cliente e che “saper personalizzare in base alla condizione fisica” richieda delle competenze tecniche che nessuna applicazione sarà mai in grado di possedere.

Nella maggior parte dei casi il modello di gestione del nuovo iscritto prevede un check up iniziale con una bilancia impedenziometrica seguito da indicazioni per usare l’applicazione.

La preparazione di una scheda di allenamento vera e propria da parte di un istruttore di sala pesi invece ha un costo extra rispetto a quello di abbonamento.

Se invece si desidera un’attenzione continua e una maggiore personalizzazione si può richiedere, come nelle altre palestre, un Personal Trainer (leggi qui quanto costa il servizio di Personal Training).

Pensaci bene: a cosa ti serve una struttura di 5000 metri quadri con sauna, bagno turco, spa, piscina e un’applicazione da installare sul tuo smartphone se poi non hai a disposizione un istruttore qualificato in grado di prepararti una scheda di allenamento personalizzata e basata sulla tua condizione fisica, i tuoi obiettivi e le tue esigenze?

Motivo n°2: Abbonamenti costosi e vincolanti

Contratto vincolante

I costi degli abbonamenti solitamente vanno da 80 a 140 euro al mese, le tipologie di abbonamento sono mensile, trimestrale e annuale, tutte con formula open ovvero con la possibilità di accedere a tutte le attività del club.

Il costo dell’abbonamento annuale può essere di 80-90 euro mensili, del trimestrale di 100-120 euro mensili, del mensile di 130-140 euro.

Tutti gli abbonamenti sono vincolati da un contratto che prevede, tra le varie clausole, l’addebito mensile sul conto e il tacito rinnovo.

L’addebito mensile sul conto consente di “spalmare” il costo di un abbonamento trimestrale o annuale ma vincola il cliente che si trova costretto a rispettare un contratto anche a seguito di imprevisti.

Il tacito rinnovo è invece l‘aspetto peggiore di questa tipologia di contratti: la disdetta solitamente deve essere fatta almeno 15 giorni prima della scadenza del contratto. 

Se per distrazione o sbaglio si dimentica di compilare il modulo di disdetta entro i termini previsti dal contratto si è obbligati a pagare per un nuovo abbonamento di durata uguale al precedente.

Nella peggiore delle ipotesi quindi, per un abbonamento annuale, si dovrà pagare per un altro anno, a meno che non si riesca a dimostrare che alcune clausole del contratto sono “vessatorie”, come spiegato in questo articolo.

Motivo n°3: Sovraffollamento

Come detto prima, queste strutture puntano ad avere 5000-6000 abbonati.

Per quanto grandi e fornite di attrezzi, sala pesi e corsi fitness non riescono ad accogliere un volume così elevato di persone, soprattutto nelle ore di punta.

Ci si ritrova dunque a dover fare la fila per usare un attrezzo oppure a dover prenotare tramite app la partecipazione ad un determinato corso fitness, con il rischio di trovare già piena la lista di prenotati e non poter partecipare.

Personalmente ritengo non sia giusto fare la fila per utilizzare un attrezzo della sala pesi o essere obbligati a prenotare per poter partecipare ad un corso fitness rischiando addirittura di essere esclusi se il corso è già pieno.

Sarebbe invece giusto che la direzione limitasse il numero di iscritti (e gli incassi) per non creare condizioni di sovraffollamento, soprattutto perché, come descritto al punto 2, i prezzi degli abbonamenti sono più alti della media.

Motivo n°4: Mancanza di flessibilità

Quando si ha a che fare con una multinazionale, nel fitness come in altri settori, qualsiasi situazione ipoteticamente verificabile è regolamentata da una procedura prestabilita dalla sede centrale e non modificabile dal personale del centro fitness.

Qualsiasi dipendente, dalla receptionist al direttore, non ha potere decisionale ma è solo un esecutore delle direttive e dei regolamenti dettati dalla direzione centrale.

Può capitare quindi che per un leggero ritardo nella consegna del certificato medico o nel pagamento della retta mensile venga negato l’accesso alla struttura senza un minimo di flessibilità da parte degli operatori, vincolati dalle procedure aziendali.

Motivo n°5: Essere considerati numeri e non persone

I reparti di questi centri fitness hanno obiettivi numerici e budget da raggiungere: il reparto commerciale deve totalizzare ogni mese un numero di nuovi abbonamenti stabilito dalla sede centrale, il personale della reception deve disincentivare i soci che intendono disdire gli abbonamenti e recuperare più disdette di abbonamento possibili, il numero dei corsi fitness viene ridotto o aumentato anche a seconda dei “numeri del club” e non solo in base alle esigenze degli iscritti.

In pratica tutto funziona con logica dei numeri e non delle persone.

E’ questo forse il disagio maggiore che si prova frequentando questi club.

Perché molte persone sottoscrivono abbonamenti in palestra di questo tipo?

Se dal punto di vista tecnico i fitness club delle multinazionali hanno carenze per i motivi sopra elencati, nulla si può dire loro sul marketing e sulle vendite.

Attraverso massicce operazioni di marketing e commerciali riescono a far passare per vantaggiose condizioni che, in realtà, sono vincolanti e costose in rapporto alla qualità del servizio offerto.

Inoltre, entrando in un club di 5000 metri quadri e vedendo tutti i servizi esposti è facile “cedere alle tentazioni” del consulente commerciale di turno che fa di tutto per strappare una firma al contratto di abbonamento il giorno stesso.

Nulla importa se i problemi verranno fuori ad abbonamento in corso, quando ormai sarà tardi per annullare l’abbonamento.

Tutto ciò ha portato negli anni alla chiusura di alcune palestre gestite con competenza e in grado di fornire un servizio tecnico di qualità superiore che però non hanno retto alla “prepotenza commerciale” delle multinazionali.

Ma soprattutto ha portato a una deriva del settore fitness e a un abbassamento della qualità del servizio percepita dagli abbonati i quali, delusi e demotivati, in molti casi hanno abbandonato la palestra pur continuando a pagare un abbonamento a lungo termine.